 Sono trascorsi 10 anni da quando io e la Manu abbiamo  conosciuto la Sonia e Mariano, era l'Agosto del 2005 quando ci incontrammo in  un trekking fra lo Sciliar ed il Catinaccio , quando è possibile  cerchiamo di incontrarci per rinsaldare l'amicizia e per fare qualcosa insieme,  stavolta la Sonia è impegnata con il lavoro, quindi saremo un trio con  l'obiettivo della via ferrata delle Bocchette Centrali sulle Dolomiti del  Brenta, o meglio Mariano che frequenta questi luoghi da quand'era poco più di  un ragazzino ci farà da guida lungo i sentieri, ma ancor di più ci farà vedere  con la sua passione per la Montagna cose invisibili agli occhi.
     Sono trascorsi 10 anni da quando io e la Manu abbiamo  conosciuto la Sonia e Mariano, era l'Agosto del 2005 quando ci incontrammo in  un trekking fra lo Sciliar ed il Catinaccio , quando è possibile  cerchiamo di incontrarci per rinsaldare l'amicizia e per fare qualcosa insieme,  stavolta la Sonia è impegnata con il lavoro, quindi saremo un trio con  l'obiettivo della via ferrata delle Bocchette Centrali sulle Dolomiti del  Brenta, o meglio Mariano che frequenta questi luoghi da quand'era poco più di  un ragazzino ci farà da guida lungo i sentieri, ma ancor di più ci farà vedere  con la sua passione per la Montagna cose invisibili agli occhi.
    
    Mariano Bianchini e Mario Corradini hanno pubblicato nel 2015 "Dolomiti di  Brenta" (edizioni Alpine Studio).
    
    Per coloro che volessero ripetere l'esperienza qui di seguito trovate alcuni strumenti utili : la traccia gps, la mappa topografica dove i percorsi sono indicati nei seguenti colori : 10 agosto  celeste, 11 agosto  giallo, 12 agosto  rosa e 13 agosto  verde.
  
Altimetria/sviluppo : 10 agosto - 11 agosto - 12 agosto - 13 agosto
 
    10 Agosto 2015 : Dopo aver accompagnato la Sonia al  lavoro ci dirigiamo a Madonna di Campiglio e lasciamo l’auto al parcheggio in  località Vallesinella (quota 1.513) per quella che sarà una full immersion nel  cuore del Brenta, quattro giorni di vie ferrate tra cui le Bocchette Centrali.
    
    Dopo un ultimo controllo allo zaino per esser sicuri di non aver lasciato  niente, ci mettiamo in cammino, accendo il gps e … non va ! intanto ci  incamminiamo nel bosco in direzione sud-est sul sentiero CAI 318 in salita  verso il Rifugio Casinei (quota 1.839) con Mariano in testa, la Manu lo segue  ed io cammino mentre armeggio al gps, non si dovrebbe fare ma proprio ora  doveva fare le bizze ?
    Giunti al sovraffollato rifugio facciamo una breve sosta  e per miracolo l’aggeggio si mette a funzionare in maniera regolare ed io mi  rilasso, l’idea di perdere una bella traccia del genere non mi andava giù!
    
    Sono circa le 10,00 quando riprendiamo il cammino ancora in direzione sud sino  alla Valle del Fridolin (quota 2043) qui il sentiero gira nettamente verso est,  esce dal bosco e andando verso il Rifugio Tuckett comincia a farci ammirare le  prime guglie e le massicciate del Brenta.
    Risaliamo per un breve tratto la morena terminale lasciandoci il rifugio un  poco più in alto sulla nostra sinistra ed alle 11,45 “attacchiamo” il sentiero  attrezzato Sosat sulla destra della morena (quota 2.300 ca.).
     Saliamo una prima  scaletta metallica per immetterci su un largo sentiero (CAI 305) che, in piano,  costeggia la Punta di Massari, attraversiamo una zona bombardata da grandi  massi in direzione ovest ed alle 12,30 facciamo una sosta per fare uno spuntino  ammirando davanti a noi il Crozzon di Brenta.
Saliamo una prima  scaletta metallica per immetterci su un largo sentiero (CAI 305) che, in piano,  costeggia la Punta di Massari, attraversiamo una zona bombardata da grandi  massi in direzione ovest ed alle 12,30 facciamo una sosta per fare uno spuntino  ammirando davanti a noi il Crozzon di Brenta. 
 
    Dopo la pausa indossiamo casco e set da  ferrata e riprendiamo il cammino sul versante sud delle Punte di Campiglio, siamo preceduti da una guida alpina con una cliente giapponese e non volendo tampinarli ce la prendiamo comoda facendo foto ed ammirando  quanto ci circonda, dopo un iniziale tratto di sentiero affrontiamo una   scala in discesa, un tratto di cengia e quindi una ripida scala in salita che ci riporta di nuovo su un tratto orizzontale.
    Altri alpinisti ci seguono e guardandoli ci sembra quasi impossibile aver fatto tale percorso, sembrano stambecchi attaccati alla parete, eppure poco fà eravamo nello stesso punto ... adesso la cengia diveta un poco più larga ed in breve siamo sopra la nostra meta giornaliera,  qualche centinaio di metri più in basso scorgiamo il Rifugio Brentei dove arriviamo alle 15,45 (quota 2.182). 
 
    
    Inizialmente il rifugio ci sembra un poco caotico, forse perché molto  affollato, ma dopo che si svuota un poco lo troviamo accogliente e la cena è  ottima, le lasagne al forno meritano un bel 10! parere condiviso da una  simpatica coppia di ragazzi toscani con cui scambiamo pareri e impressioni  delle giornata.
    
    11 Agosto 2015 : Poco dopo le 07,00 lasciamo il Brentei inizialmente scendendo in  direzione sud, poi il sentiero si sviluppa quasi in piano,  in giro non c’è ancora nessuno tranne una  famigliola di camosci che incontriamo all’inizio del sentiero alpinistico  “Martinazzi”. 
    Siamo in un ambiente veramente austero, costeggiamo sulla nostra sinistra il  Crozzon di Brenta, entriamo nel vallone della Vedretta dei Camosci, risaliamo  un nevaio per circa 200 metri, quindi portandoci sulla sinistra con l’aiuto di  pioli e cavetto metallico raggiungiamo la Bocca d’Ambiez (quota 2.870 m. - ore  11,35).
    Mentre avanziamo su scale in salita, poi in discesa e ancora in salita ... la fantasia va, potrei essere sui camminamenti delle  mura di un antico castello, ci sono guglie, pinnacoli, manca solo il ponte  levatoio !
    Verso le 12,00 facciamo sosta per mangiare ed ammirare il panorama  .
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    Riprendiamo in discesa direzione est percorrendo la ferrata Brentari non  particolarmente impegnativa, quindi su un ghiaione che diventa sentiero ci  conduce al Rifugio Pedrotti (quota 2.491 m. - ore 15,40), è stata una giornata  intensa e così aspettando l’ora di cena mi stendo in branda.
 12 Agosto 2015: Oggi abbiamo in programma una tappa  breve ma preferiamo metterci in cammino comunque presto per cui sveglia alle 06,00 e poco dopo le 07,00 siamo sul sentiero  303 inizialmente in discesa in direzione nord, anche oggi i primi esseri che  incontriamo sono i camosci ! Dopo circa 2 km giungiamo al bivio che sulla  destra prosegue sul 303 verso il Rifugio Tucket, noi invece lasciamo il 303 per  iniziare la via ferrata “Felice Spellini” (ore 07,45) caratterizzata da 4 o 5  lunghe scale che buttano abbastanza in fuori, gli zaini sono piuttosto pesanti  ma preventivamente abbiamo messo un rinvio all’anello di servizio dell’imbraco  che ci permette di sostare un attimo a metà della scala per far riposare le  braccia.
12 Agosto 2015: Oggi abbiamo in programma una tappa  breve ma preferiamo metterci in cammino comunque presto per cui sveglia alle 06,00 e poco dopo le 07,00 siamo sul sentiero  303 inizialmente in discesa in direzione nord, anche oggi i primi esseri che  incontriamo sono i camosci ! Dopo circa 2 km giungiamo al bivio che sulla  destra prosegue sul 303 verso il Rifugio Tucket, noi invece lasciamo il 303 per  iniziare la via ferrata “Felice Spellini” (ore 07,45) caratterizzata da 4 o 5  lunghe scale che buttano abbastanza in fuori, gli zaini sono piuttosto pesanti  ma preventivamente abbiamo messo un rinvio all’anello di servizio dell’imbraco  che ci permette di sostare un attimo a metà della scala per far riposare le  braccia.
    La ferrata termina alla Bocchetta dei Sfulmini (ore 08,30 quota 2.749 m.) non  abbiamo fretta il Rifugio Alimonta è poco più in basso e percorrendo un nevaio  lo raggiungiamo alle 10,20. 
    Il resto della giornata è di tutto riposo.
    13 Agosto 2015 : Tappone finale che risulterà di quasi  17 km.
    Operativi alle 07,00 risaliamo il nevaio di ieri sino alla Bocchetta dei  Sfulmini dove alle 08,00 iniziamo la ferrata delle Bocchette Centrali sulla sinistra (sud-ovest), suggestivo il  panorama che si sviluppa su cenge in alcuni tratti larghe un metro, un metro e  mezzo ed in altri un poco più aeree che costeggiano prima il Campanile Alto,  il Campanile Basso, la Cima di Brenta Alta per portarci alla Bocca di Brenta  (ore 10,20), da qui il percorso continua verso nord-ovest ancora su panoramiche  cenge, poi con l’aiuto di alcune scale scendiamo su ghiaione e poi sul sentiero  che ci conduce al Rifugio Brentei (ore 12,00) dove facciamo una breve sosta,  quindi di nuovo in cammino ed un’ora più tardi siamo al Rifugio Casinei.
 da qui il percorso continua verso nord-ovest ancora su panoramiche  cenge, poi con l’aiuto di alcune scale scendiamo su ghiaione e poi sul sentiero  che ci conduce al Rifugio Brentei (ore 12,00) dove facciamo una breve sosta,  quindi di nuovo in cammino ed un’ora più tardi siamo al Rifugio Casinei.
    Facciamo  una variante al percorso dell’andata e sul CAI 317B (Sentiero dell’Orso)  andiamo a visitare le cascate di Vallesinella, che, anche se un poco affollate,  valeva la pena di vedere.
    Arriviamo al parcheggio alle 15,30  sempre in tempo per ottima una fetta di strudel !
Note : Quella sopradescritta è una  escursione riservata ad escursionisti esperti e con buon allenamento,  ovviamente senza problemi per l’esposizione  che presentano le vie ferrate, inoltre a seconda della stagione si possono  trovare tratti innevati. 
    Indispensabile, oltre al casco e materiale da ferrata,  un abbigliamento adatto anche ad affrontare  repentini cali di temperatura.