Le cenge dei Partigiani

La prima volta che ho sentito parlare di questo sentiero è stato circa un anno fà da parte di Sonia, una esperta escursionista del CAI di Pontedera, disse a me e alla Manu che si trattava di un sentiero che girava attorno al Pizzo delle Saette, sulle Alpi Apuane, usato dai Partigiani durante la seconda guerra mondiale per sfuggire ai tedeschi, esposto e non facile da seguire.

Durante l'estate un altro amico mi aveva parlato di nuovo di questo sentiero, anche lui confermando le stesse impressioni di Sonia, è così che a forza di sussurri nasce l'idea di percorrerlo, in breve cerco sul web maggiori informazioni, circa il percorso ne trovo ma con più varianti, così la Manu ed io decidiamo di tentare, vedremo quando saremo lì quale sentiero scegliere.

cenge dei partigiani

 

Per chi volesse ripercorrere il sentiero descritto, qui di seguito trovate la mappa topografica, la traccia gps ed il profilo altimetrico.

 

 

30 Settembre 2018 : Poco prima delle 09,00 parcheggiamo lungo la strada sterrata nei pressi di Piglionico (quota 1.135 m.) ed iniziamo a seguire in salita nel bosco il sentiero CAI 127, quindi 7, in direzione sud con indicazioni per il Rifugio Rossi, alle 09,30 giungiamo ad un cartello esplicativo sulla Vetricia (un area carsica abitata sin dalla preistoria dove si trovano sia incisioni rupestri ma anche numerosi ingressi di grotte, tra cui la più famosa l' "Abisso di Revel") qui lasciamo il sentiero che volta verso sinistra e procediamo dritti seguendo una lebile traccia e qualche ometto di pietra.
Man mano che saliamo la vegetazione diminuisce sino a sparire completamente a circa 1.400 metri quota quando siamo alle propaggini dell'altipiano della Vetricia.
Adesso l'occhio è libero di spaziare attorno: verso la Pania Secca a est, l'Appennino a nord, dietro di noi, oppure godere della inconfondibile sagoma dell'Omo Morto ed il Pizzo delle Saette a sud, davanti a noi. Il colore dominante è il grigio della pietra, scavata dall'acqua e dal gelo invernale, con solchi più o meno profondi, un'area in cui non avventurarsi con la nebbia o la neve, un luogo spettacolare.
Abbiamo già percorso la Vetricia più volte e per raggiungere il senterio che risale dalla Borra di Canala sappiamo che dobbiamo dirigerci verso la Focetta del Puntone per cui riusciamo a orientarci abbastanza bene, anche aiutandoci con il GPS perchè gli ometti in pietra possono confondere in quanto talvolta conducono agli ingressi degli abissi oppure alle incisioni rupestri, per cui bisogna saper bene la direzione in cui muoversi altrimenti si rischierebbe di perdere un sacco di tempo, alle 10,40 giungiamo al sentiero CAI 139 di cui parlavo prima. Percorrendo la Vetricia

 

 

 

Pizzo delle Saette

 

 

 

Risaliamo il sentiero per un breve tratto poi incrociamo la traccia che con qualche saliscendi percorre la Pianizza e va verso il Pizzo delle Saette, direzione nord-ovest, la seguiamo facendo attenzione a non perderci il famoso incrocio per le Cenge ammirando però il panorama della Vetricia da questo lato e la Borra di Canala in basso.
Dopo circa 550 metri un esile sentiero si stacca dal principale e anzichè salire verso il Pizzo procede dritto, ci siamo ! qui iniziano le Cenge !
Al momento il cammino ha le stesse caratteristiche di quello percorso, senza nessuna difficoltà per l'esposizione, dopo un po' che procediamo vediamo dietro di noi un paio di persone, intanto la traccia esce un poco dalla pietraia e continua su una parte più verde, quindi giungiamo all'estremità più a nord del Pizzo, dalle relazioni che avevo trovato è da qui che inizia la parte più difficoltosa, per cui decidiamo di fare una breve sosta per mangiare e bere qualcosa e nel frattempo giungono anche gli altri due escursionisti.
Chiediamo loro se conoscono già il percorso, Maurizio,il più giovane, ci dice che le conosce molto bene perchè le ha percorse più volte, adesso sta accompagnando l'amico che non c'è mai stato e che se vogliamo possiamo seguirli, non ci par vero !



 

 

 

Inizio delle Cenge dei Partigiani

 

Dal punto in cui siamo si scorge la croce in legno di San Petronio, Maurizio ci spiega che non dobbiamo arrivare sin li, ma una decina di metri prima della croce dobbiamo risalire un canalino sulla sinistra che ci porterà sul continuo delle cenge, ci chiede anche se abbiamo problemi per sentieri esposti perchè quello che ci aspetta non è dei più semplici, lo rassicuriamo e lo seguiamo.
Questo primo tratto non è particolarmente impegnativo, così pure la breve salita del canale sulla sinistra a tratti roccioso e a tratti su paleo (tipica erba delle Apuane, molto insidiosa se umida !), adesso siamo sul punto più a nord del Pizzo delle Saette e davanti a noi scorgiamo il monte Sumbra con il bosco del Fato Nero sulla sinistra, poi, ripreso il cammino abbiamo davanti a noi il Corchia ed in basso il Rifugio Del Freo.Croce di San Petronio

Percorsi circa 250 metri direzione sud ci troviamo al canale centrale che condurrebbe sulla vetta del Pizzo delle Saette, noi invece lo ignoriamo e procediamo in discesa, in alcuni tratti lo spazio è quello giusto per uno scarpone (o anche per meno !), il terreno è spesso friabile; ogni tanto scorgiamo qualche muflone che si riposa tranquillo, raramente viene disturbato in questa zona dalla presenza umana.


Facciamo ancora circa 300 metri su terreno adrenalinico, poi diventa di nuovo sentiero ed infine a quota 1.460 metri si raccorda con il CAI 126 che sale alla Pania della Croce, sono le 12,40 qui dopo una breve sosta per bere e mangiare qualcosa salutiamno i nostri compagni che proseguono verso il Rifugio Del Freo mentre noi continuiamo in salita. Cenge dei Partigiani

Risaliti a quota 1.735 abbandoniamo il CAI 126, che verso destra porta alla Pania della Croce e proseguiamo su cresta verso il Pizzo delle Saette per circa 350 metri dove incrociamo il sentiero che scendendo ci conduce alla Pianizza (direzione sud-est) in parte percorso questa mattina, poi alla Focetta del Puntone si dirige verso nord-est ed arriviamo al Rifugio Rossi alle 15,00, ancora una breve sosta per un caffè.
Visto che oggi siamo in vena di "fuori sentiero", dal rifugio, scesi circa 150 metri di quota, agli inizi del bosco, anzichè a proseguire sul classico CAI 7, prendiamo il "Sentiero del Pastore" una piacevole variante che costeggia la Pania Secca. Come dicevo il sentiero non è segnato ci sono comunque degli ometti in pietra facili da seguire, subito all'inizio un poco esposto e quindi con qualche tratto su pietraia, ma affascinante. Giungiamo all'auto alle 16,15. Cresta del Pizzo e Pianizza

Note : Dopo aver percorso il sentiero sopra descritto ho pensato spesso ai partigiani, che con armi e magari zaini ingombranti lo percorrevano, (spesso di notte !)per sfuggire ai tedeschi che non avevano chanche ad inseguirli ...

Per chi volesse ripetere l'escursione è indispensabile la totale mancanza di vertigini ed avere una certa conoscenza del terreno delle Apuane, sicuramente da non effettuarsi con terreno bagnato o umido ma con previsioni meteo di assoluto bel tempo.
La traccia gps sarà molto utile sia per attraversare la Vetricia, individuare l'inizio delle "cenge" e l'incrocio del Sentiero del Pastore.

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