La leggenda di Re Laurino

 

 

 

 

 

 

Tanto tempo fà quando ancora nelle Dolomiti vivevano giganti e nani, il Catinaccio (chiamato anche "Giardino delle rose") era il regno di Re Laurino, sovrano di un popolo di nani. All'interno della montagna, il Re aveva nascosto un favoloso tesoro di cui faceva parte anche un mantello che rendeva chi lo avesse usato.
Davanti al suo castello incastonato nella roccia prosperava un bellissimo roseto recintato con fili d'oro. Guai a colui che osava entrare nel giardino o cogliere una delle magnifiche rose!


Accadde che il Re Laurino si innamorasse perdutamente della bellissima principessa Similda così mandò tre dei suoi nani a chiederne la mano, ma furono derisi dal capo delle guardie il cattivo Vitege allora Re Laurino con l'aiuto del suo mantello riuscì a rapire la principessa e a portarla nel suo regno colmandola di tesori inestimabili. Però i giorni di Similda rimasero tristi e pieni di nostalgia.
Hartwig, il promesso sposo della principessa, chiese aiuto a Teodorico di Berna, il re dei Goti. Teodorico ed i suoi guerrieri salirono sul Catinaccio, tagliarono il filo che circondava il giardino e mozzarono le rose. Re Laurino, tremante dall'ira in sella ad un cavallo bianco, accorse per rivendicare mano e piede degli scellerati. Indossando il suo mantello si rese invisibile e si avvantaggiò, ma Re Teodorico riuscì a strappargli il mantello, lo imprigionò e liberò Similda.
Irritato per il destino avverso, Laurino si voltò verso il "Giardino delle Rose" e lo trasformò in pietra lanciandogli una maledizione: né di giorno né di notte alcun occhio umano avrebbe potuto più ammirarlo. Laurino però si era dimenticato del tramonto.


E così da allora accade che i monti pallidi all'ora del tramonto si infiammano tingendosi di un magnifico rosa.

 

Molto probabilmente il giardinio di rose è il colore che assumono le Dolomiti al tramonto ed il mantello è quello della nebbia che tutto rende invisibile, il resto con un poco di fantasia e d'immaginazione viene da se .......