Patagonia e Terra del Fuoco

Un po' viaggio, un po' trekking ... forse troppo breve, 2 settimane, per le cose da vedere e che avrei voluto assaporare maggiormente, ma purtropo "il lavoro nobilità l'uomo" per cui, talvolta, bisogna adeguarsi ... comunque le cose viste mi sono rimaste dentro e non è detto che prima o poi riesca a tornarci con qualche variazione sul percorso.

 


Torres del Paine

Come dicevo si è trattato di 2 settimane di un viaggio dove la natura è stata la "prima donna": animali, ghiacciai, colori, montagne sorprendenti. Quello che mi ha spinto verso questa meta è stata la lettura di alcuni libri tra cui "La Patagonia Vieja di Andreas Madsen" e "Patagonia:Terra di sogni infranti" di Cesarino Fava", il primo narra della vita dello scrittore che agli inizi del '900 lascia la Danimarca per dirigersi in Patagonia dove vivrà sino alla morte e descrive la forza della natura, i rigidi inverni con nevicate anche di 6 metri, il vento che soffia in maniera inaudita, la lotta dell'uomo per la sopravvivenza in una Terra ancora quasi inabitata, ma di una bellezza estrema forse proprio per la sua durezza; il secondo libro, scritto da una grande alpinista nato in trentino e che ha vissuto per buona parte in sudamerica, narra ancora di una natura indomita come indomite sono spesso le montagne che si innalzano in questi posti e che per questo le rendono ambiziosa meta di alpinisti di tutto il mondo; un ultimo libro che ho letto soltanto da poco ma che voglio consigliare è quello di Giorgio Spreafico "Torre Egger solo andata" che descrive la zona del Fitz Roy - Cerro Torre ed appunto Torre Egger, ma soprattutto quello che spesso muove gli alpinisti o anche chi semplicemente ama la montagna.

 


 

Leoni marini23 e 24 Dicembre 2005: Anche stavolta io e mia moglie Manuela raggiungiamo Roma in treno da dove proseguiamo in aereo per Madrid e quindi Buenos Aires con 12 ore di volo, qui facciamo una meritata sosta in albergo per proseguire il pomeriggio del giorno successivo con destinazione Puerto Madrin sulla penisola di Valdes. La penisola di Valdes, situata sull'oceano Atlantico è patrimonio dell'umanità dal 1999 ed è ricca di leoni marini, elefanti marini, pinguini e nel periodo da maggio a dicembre nelle acque calde si possono avvistare balene ed orche marine che vengono qua per la riproduzione. Tanti anche gli animali della pampa come i guanachi, o i nandù, molto simili agli struzzi ma di taglia inferiore).filmato
Il giorno di Natale facciamo una escursione in mare dove arriviamo quasi a toccare i leoni marini ! mentre il giorno successivo andiamo a Punta Tombo, una spiaggia letteralmente ricoperta di pinguini, sembrano quasi bagnanti umani stesi al sole oppure a farsi il bagno nell'oceano, avevo sempre pensato che questi mammiferi fossero tipici dei posti freddi, invece sono felicissimi di starsene al sole, proprio come noi! ancora una cosa che non sapevo è che nidificano scavando delle tane nei pressi degli arbusti.Leoni marini


26 Dicembre 2005: Proseguiamo il viaggio attraversando un paesaggio brullo a 360°, ovunque sino all'orizzonte il cespuglio più alto non arriva al metro, tocchiamo la cittadina di Trelew dove visitiamo un bel museo paleontologico ricco di reperti fossili anche di grandi dimensioni, poi proseguiamo sino a Gaiman, piccolo paese nato da coloni gallesi nel 1870 e di cui restano alcuni edifici ben conservati come la scuola e la "Casa del The': Twin".
I primi coloni gallesi, dopo una settimana di intenso lavoro, si ritrovavano la domenica mattina dopo la messa in questa casa, ognuno portava torte o pasticcini e sorseggiando il famoso the' passavano insieme qualche ora, la tradizione è rimasta e la Casa del Thè è aperta al pubblico, non si tratta di un bar o una pasticceria bensì di una abitazione dove i proprietari vivono la vita quotidiana, l'arredamento è quello di fine '800 inizi '900, la signora che ci accoglie è veramente gentile e ci fà visitare tutta la casa dove sembra che il tempo si sia fermato, i pasticcini ed il thè sono squisiti e quindi se siete da quelle parti perchè non fare una sosta ? Gaiman casa del thè


Stretto di Magellano

27 Dicembre 2005: è una giornata di trasferimento e da Trelew raggiungiamo Ushuaya con un piccolo aereo, il volo è piacevole e diventa sempre più interessante man mano che ci spingiamo a sud, dalle nuvole abbiamo un bello spettacolo sulle montagne attorno e sullo stretto di Magellano.
Devo dire che avevo immaginato questa cittadina molto similarmente a com'è in realtà: case basse molto colorate, con il tetto ricoperto di lamiera per far si che la neve scivoli più facilmente, ampie strade, vita tranquilla, invece alcune persone che l'avevano visitata non ne erano rimaste molto entusiaste, chissà cosa si aspettavano ...
Per cena ci gustiamo il primo "asado" del viaggio, tipico piatto del sud america a base di carne alla brace con dell'ottimo vino "tinto" (rosso) quindi a dormire presso la casa privata di Theodoro.

28 Dicembre 2005: Al mattino percorriamo in battello una parte del Canale di Beagle sino al faro più a sud del mondo, incontriamo qualche foca, leoni marini, tante specie diverse di uccelli ma quello che mi ricordo di più è l'emozione nel pensare ai primi esploratori che navigavano in queste acque senza sapere cosa nascondessero, ogni tanto avvistavano delle imbarcazioni dove gli indigeni praticamente vivevano stabilmente e dove tenevano anche dei bracieri perennemente accesi dato che l'operazione di accendere un fuoco non era così semplice come per noi oggi, da cui il nome "Terra del Fuoco".

Ushuaya

Nel pomeriggio un breve trekking nel Parco di Lapataia dove per la prima volta ho visto il "Pan de l'Indio", si tratta di funghi sferici color arancio che crescono sul tronco dei faggi e che dovrebbero essere commestibili (uso il condizionale perchè non mi danno troppa fiducia !) non vorrei ridurre il magnifico parco ai funghi di cui sopra ... è un ambiente affascinante, ricco di tantissime varietà di piante, fiori ed animali, spero che le foto rendano un'idea!Parco di Lapataia

Patagonia

 

 

29 dicembre 2005 : in bus lasciamo Ushuaya con destinazione Puerto Natales in Cile che sarà la base per un trekking alle Torri del Paine, la strada in salita si sviluppa con una serie di tornanti sulla parte finale delle Ande parzialmente innevate, un fiume che fiancheggia la strada è di color verde smeraldo forse per la natura del suolo e forse per la temperatura dell'acqua, man mano che procediamo verso nord il paesaggio diviene più brullo sino a raggiungere la città di Punta Arenas poco prima del tramonto dove dormiamo.
L'indomani mattina entriamo nel parco per un tour in bus, vediamo i fenicotteri rosa sulle fredde acque del lago Sarmiento mentre un condor ci sorvola, da lontano un panorama sulle Torri del Paine che domani raggiungeremo con un trekking, finiamo il giro con una passeggiata lungo un impetuoso torrente e conosciamo la pianta del "calafate" di cui la leggenda dice che chi ne mangia le bacche ritornerà in questi posti, invece noi saltiamo la cena perchè arriviamo all'Hosteria las Torre solo dopo la mezzanotte !Punta Arenas



Torres del Paine

 

31 dicembre 2005 : una fine dell'anno così non la si dimentica ...

Iniziamo il trekking senza forzare troppo il passo anche perchè prevediamo che occorrano circa 7/8 ore(a.r.) con 1000 metri di dislivello per raggiungere la base delle Torres del Paine, (qui una mappa del parco - le torri sono nel quadrante G-4) raggiungiamo prima il campamento Chileno, quindi il campamento Torres e da qui sulla sinistra (non segnato sulla carta) su sfasciumi raggiungiamo il Glaciar Torres alla base delle Torri, il cielo è incredibilmente pulito e lo spettacolo è grande non c'è che dire ... sul ritorno incontriamo anche alcuni gauchos con i loro cavalli per un trekking alternativo. Trekking Torres del Paine
Festeggiamo la salita alle torri e la fine dell'anno con giochi vari, dolci e vino.

 

 

el calafate


1 gennaio 2006 : lasciamo il Cile per rientrare in Argentina con destinazione El Calafate, una vera cittadina nei pressi del Lago Argentino e punto di partenza per le visite al Parco Los Glaciares distante circa 70 km, oppure per raggiungere il villaggio di El Chalten per la visita del Cerro Torre e del Cerro Chalten (mitiche montagne meta di alpinisti da tutto il mondo), e servita anche da un aeroporto con voli quotidiani da Buenos Aires.


 

 


Perito Moreno

 

2 gennaio 2006 : Al mattino ci incontriamo con una guida per la visita al Parco Los Glaciares con il ghiacciao Perito Moreno, famoso per il fatto che ogni anno aumenta di volume creando una diga che si innalza (una vera muraglia) quindi circa ogni 3/4 anni questa scoppia per la pressione.
Per dare un'idea: considerate che il Perito Moreno ricopre una superficie di circa 250 Km quadrati, è lungo 30 Km e il fronte del ghiacciaio è alto circa 60 metri, noi eravamo situati di fronte al ghiacciaio a distanza di sicurezza e sentivamo gli scoppi del ghiaccio come il rumore di enormi alberi spezzati dal vento, quindi i tonfi in acqua!
Il colore và dal bianco, all'azzurro al verde smeraldo, restiamo ad assistere a questo spettacolo della natura per alcune ore senza annoiarci.
Qui potete avere un'idea di cosa sia il Perito Moreno, solo una piccola idea perito moreno!!

 

 

 

 

El Chalten

 

In serata partiamo in bus per raggiungere El Chalten, distante circa 200 km, vuoi per una breve sosta per la cena in una hostaria che incontriamo a metà strada, vuoi per le condizioni della strada stessa che nella maggior parte del percorso è sterrata ci impieghiamo 4 ore per arrivare a destino.
Direi che El Chalten è un agglomerato di case una accanto all'altra lungo la strada principale, come si vede nei film western e nella foto qui a destra.
Fondato agli inizi del XX secolo da coloni di varie nazionalità che si spingevano in queste zone inospitali alla ricerca di minerali o per lo sfruttamento del terreno e l'allevamento del bestiame, se inospitale era il clima, proverbiale era, ed è ancora oggi, l'ospitalità dei coloni tra cui spicca la figura di Andreas Madsen che per anni ha accolto alpinisti di tutto il mondo che arrivavano sin qua per scalare le vette del Fitz Roy e del Cerro Torres; come ho scritto all'inizio, il suo libro "La Patagonia vieja" è uno spaccato della vita e dell'ambiente in queste zone agli inizi del secolo narrato in maniera semplice e coinvolgente.

 

Il mattino del 3 gennaio verso le 09,00 inizia il trekking (mappa) per il Fitz Roy o Chalten, partendo proprio di fronte al campeggio "Madsen" dove è situata una casetta con il tetto giallo di cui si dice sia quella del famoso danese, (sulla mappa ho sottolineato in giallo il punto di partenza "El ...", quindi il "Cerro Leon" e la meta: il mirador del Fitz Roy).
Il sentiero direzione nord ovest è ben agibile ed anche se a metà del pecorso inizia a piovere continuiamo la salita (in totale saranno circa 700 metri di dislivelllo). Sino al Colle Leon siamo dentro alla vegetazione, quindi man mano che saliamo questa scompare, in circa 4 ore siamo al mirador, purtroppo dentro le nuvole, ma per fortuna la Manu ed io abbiamo un ombrello e a differenza degli altri compagni decidiamo di restare sperando che il vento spazzi le nuvole e ci lasci ammirare la montagna che intravedo di fronte a me.

Restiamo li in piedi un paio di ore, ogni tanto si intravede qualcosa, ci bagnamo un poco ma speriamo nel meteo, scatto qualche foto, poi forse per 2/3 secondi uno squarcio nelle nubi, come un sipario che si apre e ... resto a bocca aperta : sono stato sino a quel momento guardando dritto di fronte a me pensando che ci fosse la vetta poco più in alto, ma in quei pochi secondi mi sono trovato un poco più sulla destra una parete di almeno altri 2000 metri, dritta, grigia, liscia ... la testa quasi mi gira, ancora adesso mi si drizzano i peli sulle braccia riscrivendo di quella emozione, non ho il tempo di far foto, soltanto sul sentiero del ritorno riesco a farne qualcuna, ma il Fitz Roy è incappucciato ... si scoprirà solo l'indomani mattina.Fitz Roy

 

el chalten

 

Oggi 4 gennaio 2006 : sarà l'ultimo trekking in Patagonia, arriveremo al "Mirador Maestri" per ammirare il Cerro Torre famoso anche per il ghiacciaio a fungo sulla vetta.
Di buon mattino il Fitz Roy decide di mostrarsi in pieno ..., dopo la colazione lasciamo le casette di legno di El Chalten ed in direzione ovest, quasi pianeggiante, ci dirigiamo verso la Laguna Torre, al bivio che la precede prendiamo a sinistra per passare anche dal Campo Base De Agostini, si tratta soltanto di uno spiazzo nel bosco dove troviamo una paio di tende di qualche scalatore ed una baracca in legno poco distante che serve da WC, una descrizione (senz'altro migliore) del posto e della vita in questo luogo dove spesso le condizioni meteo sono incredibili per il vento, freddo e pioggia, la si trova nel libro "Torre Egger solo andata".









Cerro Torre

 

Siamo veramente fortunati, il cielo è limpido e ci godiamo la camminata, quando giungiamo alla laguna la vista è impagabile, è quasi incredibile che qualcuno riesca ad arrampicarsi su una parete così liscia, una vetta così aguzza ed inoltre con un fungo di ghiaccio che sporge in fuori. Vorremmo avvicinarci ancora di più o almeno trattenerci ancora, ma purtroppo per il pomeriggio dobbiamo riprendere il pulmino del ritorno, mi riprometto di tornare in questi luoghi per un vero trekking autogestito. Sul sentiero del ritorno incontriamo anche oggi dei gauchos con i loro cavalli.


Giungiamo in tempo a El Chalten per l'appuntamento con il bus che ci condurrà di nuovo a Calafate e quando il pulmino si allontana dalvillaggio, mi volto indietro ed in unica visione ho il panorama completo del Cerro Torre con il Fitz Roy, non posso fare a meno di gridare all'autista di fermarsi per un'ultima foto... dopo pochi minuti riprendiamo il viaggio interrotto solo da una breve sosta alla hostaria "Lux Divina" dove un torello mangia l'erba del prato mentre un vecchio gaucho lo tiene d'occhio.Cerro Torre

5 gennaio 2006 : ieri sera siamo giunti a Calafate poco prima delle 20,00 quindi una cena veloce perchè eravamo piuttosto stanchi ed anche perchè oggi ci attende un'escursione in battello sul lago Argentino che non dovrebbe essere male ... e così è ... per giungere davanti al ghiacciaio Upsala (il secondo più grande del Sudamerica) siamo passati nel mezzo a decine di iceberg, alcuni piccoli ma altri anche di notevoli dimensioni, ma quello che più ci ha colpito erano i colori, sia del ghiaccio stesso, ma anche dell'acqua e del cielo, forse anche perchè la giornata in alcuni momenti è stata grigia ma i colori attorno a noi erano vivissimi, dal verde smeraldo al blu' cobalto. Concludiamo la giornata con una ricca spaghettata Lago Argentino

6/7 gennaio 2006 : dopo aver preso informazioni presso l'ufficio del turismo sia su Calafate che su El Chalten, mezzi di trasporto, alloggi ed altro per poter pianificare un futuro trekking in zona, nel pomeriggio abbiamo preso un volo per rientrare a Buenos Aires dove questa mattina abbiamo fatto prima un giro nella parte centrale: Casa Rosada, Cattedrale e quartiere San Telmo caratterizzato per i negozi di antiquari, quindi ci siamo diretti verso La Boca.
Devo dire che conservo alcuni flash di Buenos Aires non molto felici, ricordo cartelli di protesta di fronte alla Casa Rosada che chiedevano giustizia circa un'incendio in una scuola dove diversi alunni erano morti, ma anche belle scene di vita quotidiana nei parchi dove si gioca a scacchi o altro, infine ricordo quello che resta di una banca di origine italiana, dove sugli scalini sta una donna anziana e su una parete all'interno il ritratto a carboncino del volto del Che Guevara ....Buenos Aires

Tango

 

 


Il quartiere de La Boca, abitato prevalentemente da persone di origine italiana è tutto un'altra storia, impostato sicuramente per attrarre i turisti, è comunque molto piacevole ed interessante, la maggior parte delle case, anche se fatiscenti, sono dipinte con vivaci colori o scene naif di tango, per le strade ci sono musicisti, mimi, ragazzi che improvvisano bande musicali, coppie che ballano il tango, si capisce che non è un quartiere ricco comunque le persone si danno da fare e sbarcano il lunario.
Molte anche le trattorie dove si può mangiare e bere con poco, l'atmosfera è veramente invitante ed il tempo passa veloce.
Ormai il viaggio è al termine, solo ancora una cena e quattro passi pensando già ad un prossimo trekking su queste montagne ...La Boca

 

 

 


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