Una delle cime più frequentate delle Alpi Apuane è sicuramente la Pania della Croce, ma il percorso per la via della Borra di Canala ed il Pizzo delle Saette è uno dei meno battuti e, a mio giudizio, uno dei più belli per giungervi.
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Info mappa : profilo altimetrico - mappa 3d - traccia gps .
14 ottobre 2012 : lasciamo le auto in località Piglionico (quota 1138), dopo aver pagato il permesso di sosta di 3 euro giornaliero (giungere con moneta spicciola !), ed alle 09,15 insieme agli amici del Gruppo Trekking Lastra a Signa: Simona, Manuela, Adriano ed io ci mettiamo in cammino direzione sud-ovest, in leggera discesa sul sentiero CAI 127, dopo circa 400 metri incontriamo il bivio con il sentiero No 7 (wpt “bivio 1”) che tralasciamo, l’aria è fresca anche se siamo riparati dal bosco, intanto sulla nostra destra sbuca dalle nuvole il Monte Sumbra. Procediamo in direzione ovest ancora per circa un paio di Km sino ad incontrare il sentiero 139 sulla nostra sinistra (quota 1.088) dove abbandoniamo il percorso iniziale che condurrebbe al Rifugio Del Freo e cominciamo la salita verso la Borra di Canala in direzione sud-est ancora dentro il bosco, intanto dal basso si stanno alzando un po' di nuovole.
Lasciati gli ultimi alberi attraversiamo un ghiaione e quindi pieghiamo senza esitare verso sud entrando fra le pareti della Borra di Canala.
La parola Borra, viene usata in Toscana per indicare una gola, un canyon, siamo infatti fra le pareti a destra del Pizzo delle Saette e a sinistra dell’Altipiano della Vetricia, l’ambiente è suggestivo ed il sentiero si snoda fra grandi massi che dobbiamo salire, scendere, aggirare, mentre la vegetazione è pressoché nulla, sappiamo che gli uomini del Neolitico abitavano questa zona e numerose sono le incisioni rupestri presenti sull’Altipiano della Vetricia, ed anche questo rende emozionante il nostro cammino, bello anche il panorama sulla Pania Secca e l'Omo Morto
Sono le 11,30 quando giungiamo ad un bivio (quota 1552) segnalato sulla destra come “sentiero per esperti” con bollini celesti, è l’occasione per una pausa e per mangiare qualcosa, da qui in poi dovremo prestare ancora più attenzione al sentiero che ci condurrà al Pizzo delle Saette in direzione nord-ovest. Mentre ci riposiamo ammiriamo la gola che abbiamo risalito e l’Altipiano che adesso è leggermente più in basso rispetto a noi, sembrano tante rughe di pietra una accanto all’altra, non per nulla in questa zona ci sono delle grotte di notevole profondità, come l’abisso Revel.
Riprendiamo il cammino che inizialmente non presenta particolari difficoltà e si snoda in piano, quindi giungiamo in una zona con grandi massi che dobbiamo scavalcare/aggirare, sino a portarci sotto il Pizzo delle Saette, qui mettiamo via i bastoncini perché dobbiamo fare une breve tratto dove dobbiamo utilizzare anche le mani sino a giungere alla cresta del Pizzo che funge da barriera per le nuvole che giungono dal mare, l’aria è diventata piuttosto fredda ed il panorama verso il mare è azzerato dalle nuvole, ancora una breve sosta e continuiamo in direzione nord per pochi metri, quindi ci portiamo sul versante ovest della montagna, anziché proseguire sulla cresta data la scarsa visibilità ed il vento forte.
Il sentiero è segnalato in alcuni punti da ometti di pietra ed in breve incrociamo il No. 126 (quota 1674)che dal Rifugio Del Freo sale sulla Pania della Croce, fa veramente freddo e saliamo velocemente per raggiungere l’altro versante dove saremo riparati dal vento, ed infatti ….
Sono le 13,00 e finalmente si mangia sul serio, nel frattempo decidiamo anche di non proseguire sino alla vicina vetta della Pania della Croce, si tratterebbe di un percorso non particolarmente impegnativo, comunque le rocce sono umide e come dice l’amico Mariano (esperto alpinista): “la Montagna resta li, torneremo un’altra volta …”.
Mentre ci prepariamo per riprendere il cammino inizia, prima a grandinare, e poi a piovere il che conferma la saggezza della nostra scelta.
Ben facendo attenzione a dove mettiamo i piedi ed alle rocce bagnate, percorriamo il sentiero 126 in discesa nel “Vallone dell’Inferno” (direzione est) che ci conduce alla Focetta del Puntone dove incontriamo di nuovo, sulla sinistra, il sentiero 139 che sale dalla Borra di Canala, ma noi proseguiamo sino al piccolo, ma accogliente, Rifugio Rossi per una fetta di torta ed un caffè.
Nel rifugio è incorniciata una frase di Reinhold Messner che mi colpì già la prima volta che la lessi che secondo me esprime bene il senso dell' "andare in Montagna".
Dopo la breve sosta continuiamo il nostro percorso sul sentiero No.7 verso le auto in direzione nord, in discesa, ed entrando nel bel fosco di faggi fortunatamente smette di piovere, e quindi in circa un’ora giungiamo di nuovo a Piglionico dove abbiamo le auto.
Nota
: si tratta di un percorso adatto ad escursionisti esperti ed allenati, non si trovano rifornimenti di acqua o altro se non al Rifugio Rossi per cui consiglio di avere almeno un litro e mezzo di acqua, inoltre, spesso in Montagna, il tempo può cambiare velocemente e presentarsi molto diverso da un versante all’altro, consiglio quindi di esser ben equipaggiati anche nel vestiario.