Ortles un "quasi" 4.000 delle Alpi

13 Agosto 2017 - Domenica :


Dopo le nevicate in alta quota dei giorni scorsi abbandoniamo l'idea della salita al Dent d'Herens o altre simili sulle Alpi della Val d'Aosta o del Piemonte e Pasquale (Guida Alpina) ci ha proposto l'Ortles al confine fra l'Alto Adige ed il Trentino, così io e la Manu lasciamo la Val d'Ossola per dirigerci a Solda (BZ) dove ci incontreremo con lui e sua moglie Kikki, prima però di passare al racconto qui sotto trovate qualche strumento utile per chi volesse ripetere tale esperienza o anche soltanto avere un'idea più chiara del percorso:

Traccia GPS - Mappa topografica - Profilo altimetrico

Vetta dell'Ortles

Lasciata l'auto in un parcheggio gratuito poco distante dal centro, alle 15,00 prendiamo la funivia Langstein che ci porta a quota 2.354 ed iniziamo a percorrere il sentiero CAI 4 sulla morena in direzione nord-ovest sino ad arrivare al Rifugio Tabarretta (quota 2.577 m.), lo oltrepassiamo per raggiungere la cresta duecento metri più in alto, una breve sosta e riprendiamo il cammino, adesso, in direzione sud, tanti zig zag sullo stretto sentiero dove l'aria comincia a diventare più leggera ed il panorama diventa sempre più ampio, la nostra meta odierna diviene a mano a mano più percettibile sino a raggiungerla poco prima delle 18,00 : il Rifugio Payer sulla Punta Tabarretta (quota 3.029). salita al rifugio payer


Il rifugio, che si scorge sin da Solda, posto su uno sperone di roccia, caratterizzato da imponenti mura in pietra è il classico "nido d'aquila", l'interno rivestito in legno è caldo ed accogliente, ovviamente essendo il punto di partenza per la salita all'Ortles è molto frequentato e la cena viene servita in due turni, noi per fortuna, dopo esserci cambiati velocemente gli indumenti umidi, facciamo parte del primo turno alle 18,30 - la cena è ottima.Passaggio su roccia

 


14 Agosto 2017 - Lunedì :
Ieri sera siamo andati letto subito dopo cena per cui la sveglia delle 04,00 non ci sconvolge più di tanto, colazione alle 04,30 praticamente insieme a tutti gli ospiti del rifugio e alle 05,00 (leggermente in ritardo su quanto previsto) ci mettiamo in cammino con Pasquale in testa, segue la Manu, io, quindi la Kikki chiude la cordata.

Alla luce delle frontali percorriamo la cresta rocciosa in direzione sud con qualche saliscendi, ho qualche problema perchè gli occhiali si appannano, poi quando inizia ad albeggiare li cambierò con quelli da sole ed il problema sarà risolto.
Dopo una sella risaliamo sulla cresta assicurandoci ad alcuni anelli ed aiutandoci con una catena fissa, il percorso in alcuni tratti è piuttosto aereo ma non ce ne rendiamo conto visto che al momento siamo al buio, lo vedremo al ritorno !
Alle 06,40, a quota 3.180, raggiungiamo il bordo del ghiacciaio per cui calziamo i ramponi e dopo una breve sosta percorriamo un traverso su misto aiutati in alcuni passaggi da staffe e catene, poi un paio di scale in alluminio permettono il superamento di un crepaccio ed inizia la salita sul ghiacciaio vero e proprio.
Facciamo velocemente un arco verso est in un tratto dove la pendenza non è troppo rilevante ma dove incombono diversi seracchi prima di risalire un canale di roccia nei pressi del bivacco Lombardi a quota 3.330 dove Pasquale ci aiuta facendoci sicura dall'alto.

La salita


Adesso il cammino è semplice basta solo andare su sin verso quota 3.800 dove la pendenza diminuisce (e mi vengono i crampi ...) , ancora una breve cresta verso nord e alle 09,40 siamo in vetta all'Ortles (quota 3.905).Ortles : la vetta
La cima è abbastanza affollata ed il vento soffia forte per cui ce la godiamo giusto il tempo di qualche foto, osserviamo un gruppo di alpinisti che sta giungendo dalla parete nord e riprendiamo la discesa, per lo stesso percorso, per portarci in una zona più riparata per bere e mangiare una barretta, dopo proseguiamo.
Giunti nuovamente nei pressi del bivacco Lombardi dobbiamo fare un paio di calate in doppia e dobbiamo attendere un poco perchè i punti attrezzati di calata sono 2 o 3 e siamo in molti nelle stesso punto, raggiungiamo nuovamente le scale sul crepaccio, poi la cresta percorsa nel buio della notte si mostra per come è davvero ...
Alle 14,20 siamo al Rifugio Payer, riprendiamo il materiale che avevamo lasciato, mangiamo e beviamo qualcosa e dopo una mezzoretta ripartiamo; siamo stanchi ed il sentiero per giungere in tempo alla seggiovia (ultima discesa 17,50) sembra interminabile, piedi e gambe vorrebbero fermarsi, ma finalmente alle 17,10 siamo alla seggiovia.La discesa


Note : bella salita impegnativa, naturalmente il percorso descritto richiede, oltre all'attrezzatura/abbigliamento da ghiacciaio, un buon allenamento fisico, acclimatamento, ed un minimo di esperienza di arrampicata su roccia (III grado) e  progressione su ghiaccio, per cui a meno che non abbiate già le conoscenze di cui sopra consiglio di affidarvi ad una Guida Alpina.

Home